Qualche giorno fa era venuta a galla l’imbarazzante storia di Michelle Hunziker e del suo bodyguard, Federico, che ultimamente la segue ovunque. Anche se, pensando ad una guardia del corpo ci si chiede perché, sempre più spesso, i vip debbano essere necessariamente accompagnati da qualcuno che li difenda. Forse chi scrive vive in un altro mondo, ma, una volta, erano le persone influenti, coloro che, insomma, avevano in effetti necessità di qualcuno che spianasse loro la strada, metterli al riparo da pericoli. Adesso sembra essere diventata una moda, ma è un’opinione personale, e come tale va letta. E, curiosamente, le guardie del corpo sono tutte, belle, giovani, aitanti, palestrate e, soprattutto, tatuatissime in quasi tutti i centimetri del loro corpo.
Proprio i tatuaggi hanno creato nei giorni scorsi il “caso Federico”, bodyguard di Michelle Hunziker, che era stato fotografato con la sua protetta al mare, bicipiti in bella vista, muscoli ben torniti sui quali spunta un disegnetto che è simbolo razzista e neonazista del White power, organizzazione di estrema destra. Un lettore del Bild Zeitung lo fa immediatamente notare, interrogato dal “capo”, Federico ammette i suoi trascorsi in quell’ambiente. Chiede scusa, spiega che si trattava di un passato molto remoto, se di remoto si può parlare a soli 26 anni.
Michelle Hunziker prende provvedimenti immediati, per non irritare la suscettibilità dei tedeschi per i quali, si sa, lavora molto in televisione. Lo licenzia in tronco, colpevole di non averle raccontato la verità sul suo passato, anche se giura e spergiura che Federico non farebbe mai male a una mosca.
L’allontanamento dura poco, Michelle Hunziker ci ripensa e, sempre stando a quanto riferisce ancora una volta il Bild Zeitung, viene velocemente reintegrato al suo posto di lavoro. Federico, sparito nel nulla il pugno incriminato, sfoggia una rosa con delle ali. La show girl al giornale avrebbe detto di averci ripensato perché tutti meritano una seconda chance, soprattutto, racconta, perché Federico ha rinnegato il suo passato di estrema destra.
Come si dice, il lupo perde il pelo ma non il vizio. Giusto? A meno che il ragazzo non abbia frequentato quell’ambiente solo per trascorrere qualche ora in “allegra” compagnia e trovare una giustificazione per quell’imbarazzante pugno chiuso che simboleggia un passato da dimenticare.
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