“…si riparte da quel sotterraneo malconcio che grazie a lui la sua forza e la sua determinazione è diventato un sogno di tutti e tre , lí sotto c’è la sua anima, c’è un suo gesto in ogni cosa, ogni oggetto ogni singolo angolo, lì sotto siamo ancora in Tre, Gabri c’è ancora, si sente la sua energia e si percepisce la sua anima….”
“Sorridete, Gabriele voleva questo, non voleva veder piangere nessuno. Era buono con tutti, accoglieva tutti con un sorriso mi hanno ripetuto in questi giorni. Se lo facciamo tutti forse riusciamo a cambiare il mondo. Gabriele ce lo ha insegnato, ora pensiamo alla sua compagna, restiamo uniti, ditemi di sì..”.
Sono solo alcune tra le innumerevoli parole in ricordo di Gabriele Simonacci, deceduto a seguito di un impatto violentissimo in uno scontro con un taxi, tra la notte del 4 e del 5 febbraio, appena due giorni dopo la nascita della prima figlia Sofia.
A nulla sono serviti i tentativi di rianimazione dei soccorritori arrivati in Corso Vittorio Emanuele II all’altezza del civico 238.
Il conducente dell’autovettura dopo aver effettuato una manovra ad “U” stava uscendo dal parcheggio situato in Piazza Chiesa Nuova, in quel momento Gabriele stava sopraggiungendo in sella al suo scooter per rientrare a casa dopo aver terminato il lavoro presso il suo locale, l’Argot.
Il giovane barman non è riuscito ad evitare l’automobile, che come un muro improvviso gli si è presentato davanti.
Dopo aver sottoposto il tassista ai test di droga ed alcol, la pattuglia del Gruppo Pronto Intervento traffico della municipale, ha avviato le indagini per verificare la dinamica dell’incidente e la responsabilità del conducente, il quale dopo la prima accusa di omicidio stradale sarebbe ora accusato di omicidio colposo.
La difesa di Gabriele Simonacci, è stata affidata a Raffaele Gerbi, direttore della Professional and Partners Group, esperto in risarcimenti da incidenti stradali.