Oggi Fiorello è un personaggio di successo, felicemente sposato, papà di una bambina, insomma, un bravo ragazzo che ha messo la testa a posto, ha saputo costruirsi una famiglia e tutto va per il verso giusto. Non è stata così la sua gioventù, faceva l’animatore nei villaggi turistici, è arrivato alla notorietà all’improvviso ed ecco che la gioventù diventa irrequieta, come spesso succede, si perde un po’ il controllo della propria vita. Intervistato dal settimanale “Vanity Fair”, Fiorello ha avuto modo di raccontare la vita di quegli anni 90 e si toglie qualche sassolino dalla scarpa a proposito di quel fiume di critiche che gli sono state rivolte in questi ultimi giorni.
Fiorello parla dell’ottimo rapporto che è riuscito ad instaurare con i giovani, quelli che lui chiama affettuosamente “pischelli”, fa loro delle raccomandazioni, mai annullarsi nella droga, non perdere mai di vista la vita reale, consigli che si sente in grado di dare sulla base delle esperienze da lui vissute:
“Quando sono arrivato a Milano, ero un ragazzo di provincia che si trovava improvvisamente in paradiso: le discoteche, i soldi. Ho vissuto di eccessi, tra droga e sesso ho rischiato parecchio. A chi mi chiede come erano gli anni Novanta, rispondo sempre: Non lo so, ero chiuso all’Hollywood”.
L’Hollywood è un famosissimo locale milanese, il ritrovo di tanti giovani ed il preferito dei vip. Dalle pagine del settimanale Fiorello non può fare a meno di rivolgere un pensiero meno affettuoso a coloro che gli hanno mosso pesanti critiche per via dello show presentato su Rai Uno, che ha avuto ascolti milionari che neanche il Festival di Sanremo può sperare. Critiche taglienti dai colleghi ai quali così risponde Fiorello:
“Le critiche danno sempre fastidio. Puoi far finta di fregartene ma nessuno se ne frega davvero, soprattutto se sai che stai facendo una cosa bella. La verità è che il successo in Italia non te lo perdona nessuno. In generale, il fatto che chiunque si permettesse di sputare sentenze: dal macellaio al pizzaiolo, erano diventati tutti critici televisivi. E, nello specifico, le critiche dei colleghi: io non mi permetterei mai di fare commenti su un altro artista mentre è in onda con il suo spettacolo. Purtroppo l’invidia è una caratteristica di chi fa il mio mestiere.
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