Alla sesta edizione del Grande Fratello non era passato inosservato, Fabiano Reffe, per tutti Fefè, era piaciuto per la sua spontaneità, tatuatissimo, attaccatissimo alla famiglia, era arrivato quasi a sperare di vincere contando sul favore del pubblico, ma in fase finale era poi stato eliminato. Come sempre succede, una volta uscito dalla casa rossa del Grande Fratello aveva avuto il suo attimo di celebrità ma, come sempre succede, tutto finisce per passare ai successivi gieffini, per chi è riuscito in pochi mesi ad aprire qualche porta, va avanti, gli altri tornano alla vita di sempre.
Fabiano Reffe è ritornato sulle pagine dei giornali, ma non certo per aver sfondato nel mondo dello spettacolo, bensì per gravi reati, è infatti finito sotto processo per sfruttamento della prostituzione e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Lui respinge ogni accusa ospite di Barbara D’Urso a “Pomeriggio Cinque”, ama e stima troppo una donna per fare una cosa del genere.
Da bodyguard di Ceccano a sfruttamento di ragazze dell’Est e indurle a prostituirsi il passo è lungo.
Spiega che prima di partecipare al Grande Fratello non era uno stinco di santo, qualcosa l’aveva anche fatta, ma niente di grave. Fabriano Reffe lavorava in fabbrica e, per arrotondare, la sera si occupava della sicurezza di alcuni locale, cosa che è tornato a fare dopo la sua esperienza gieffina, aprendo un’agenzia tutta sua sono cominciati i guai, dice che si occupava della sicurezza e non delle ragazze: “Nelle intercettazioni, quando mi dicevano mandamene cinque, intendevano bodyguard, e invece sono stati scambiati per prostitute. Io non ho mai sfruttato nessuno, non ho mai pagato nessuno e sono stato già stato assolto dal reato di associazione a delinquere”.
Fabiano Reffe è stato anche denunciato per rissa, questo lo ammette, effettivamente si è buttato nella mischia per difendere qualcuno, ammette di aver sbagliato, ma il suo pensiero è particolarmente rivolto alla madre, che in questi casi sono tutte anziane, malate e tutte casa e Chiesa, dispiaciuto di aver recato dolore per tutto questa faccenda a causa della quale si è trasferito altrove lasciando il paesello pettegolo.