Ancora una volta Vasco Rossi fa prlare di sé, da quanto è uscito dalla clinica non si è mai fermato, di parlare, è sottinteso, dalla bacheca Facebook ha raccontato di tutto, della sua malatta, dei progetti futuri, del suo uso di antidepressivi, insomma, tutto quel che c’è da sapere. Non contento, ha chiamato anche il suo amico Mario Luzzato Fegiz, una autorevole firma del Corriere della Sera, che ha messo tutto sul web, tranne quel che resta strettamente privato. Erano le 11 della sera quando i due amici si sono parlati.
Vasco Rossi, aggiunge alle altre notizie anche una choc: “C’è una macchia nera sopra i polmoni e poi un dolore come se avessi una palla di grasso fra le scapole. Non pare un tumore, ma nessuno mi sa dire che cosa ho”. L’hanno rivoltato come un calzino, continua il rocker, ma non sembra che i medici sappiamo fare una diagnosi esatta. Lui dice la sua, fa un’autodiagnosi, a rompergli le costole sarebbe stato il cortisone che ha preso per riuscire a salire sul palco durante il concerto di San Siro, i medici stanno ancora studiando, questa è solo un’ipotesi.
Poi Vasco Rossi parla dei suoi progetti, nuovo singolo, album, torna a parlare dell’uso della droga che ha fatto per anni e dell’attuale uso di antidepressivi che gli servono per vivere: “Pensavo di morire tanto tempo fa. Che senso aveva vivere svegliandosi ogni mattina o pomeriggio e dire: cosa ci sto a fare in questo mondo?”.
Non si è limitato a svelare il segreto del cocktail di antidepressivi largamente usati per superare quel suo mal di vivere, ne ha anche pubblicato nome e dosaggio, precisando che il cocktail è stato studiato appositamente per lui dopo aver affrontato esami specifici: “presso una clinica per la salute, nella quale trascorro una settimana ogni anno e che frequento da vent’anni. Tutto qua”. La necessità di questa precisione, continua, è mettere a tacere le varie polemiche nate da parte di sociologi, psicologi, comitati di difesa dei minori, tuttologi e giornalisti, tutti scandalizzati dalle sue dichiarazioni.
Tutto nasce dalla morte del suo più caro mio amico d’infanzia, anche lui con un passato di tossicodipendenza alle spalle, un colpo che in Vasco Rossi ha scatenato molta rabbia e disperazione “aggiunta alla sensazione di essere un sopravvissuto, di avere raggiunto ogni meta e realizzato ogni sogno al di là di qualsiasi immaginazione” ancora una volta sconsiglia l’uso e l’abuso di droghe, e dice che tutto questo non ha niente a che vedere con noia o stress da successo, solo un momento di profonda malicondia che non definirei nemmeno depressione anche per rispetto a chi davvero ne soffre e non riesce neppure a parlarne.