Il momento tanto atteso per Vasco Rossi e dei suoi fan è arrivato, il rocker ha lasciato la Clinica Vialba, dove era stato ricoverato per dolori lancinanti dovuto ad una costola rotta, con l’occasione ha fatto una serie di controllo medici, un check up completo che non ha rivelato niente di grave, anche l’infezione di cui si era parlato non c’è. Quasi due settimane di ricovero, che aveva destato preoccupazioni a tutti i fan, a loro ha voluto confermare che stava bene, che le condizioni stavano migliorando, un lungo periodo di riposo e sarà in perfetta forma per affrontare la seconda parte del tour, che inizia a fine agosto, e per presentare alla Mostra del cinema di Venezia, il 5 settembre, il documentario della sua vita. La costola rotta fa molto male, ma tutti gli accertamenti hanno dato esito negativo.
Poi Vasco Rossi, uscito da un’uscita secondaria, è partito a bordo della sua lussuosa Bentley guidata dal manager Floriano Fini, tuta nera, occhiali scuri e cappellino in testa, saluta tutti e ringrazia, ribadisce ancora una volta che la costola rotta preme ancora sullo sterno, il dolore e ancora forte, ma sta migliorando.
Non si usa certo più, ormai tutti noi ci parliamo tramite le nuove tecnologie, Facebook, cellulari, Twitter e social network vari, sembra che non riusciamo più a scrivere una lettera a mano, attaccare il francobollo e spedire la nostra missiva, Vasco Rossi lo ha invece fatto, dalla sua casa di Zocca, ha scritto di suo pugno e pubblicato su Facebook un ringraziamento speciale ai suoi fan che definisce persone con una grande affinità elettiva con lui
“Cari amici, fratelli, compagni di strada, di vita, di illusioni, di passioni e di grandi delusioni. Non vi chiamo Fans. Per voi la parola Fans è riduttiva, semplicistica e anche un po’ offensiva! Voi siete persone con una grande affinità elettiva tra voi e con me! Non siete una massa ottusa e omologata, rimbambita e unita, molto amante della Coca Cola o persa e delirante dietro lo stesso cantante sognando di sposare Simon Le Bon. Voi siete un’altra razza, un’altra storia. Intanto siete individui unici e particolari molto diversi tra voi nelle espressioni esteriori, nei comportamenti e perfino nelle scelte che fate, nelle cose in cui credete. Siete degli individualisti e non siete certo privi di valori. Li avete chiari e non sono più quelli dei vostri genitori. I vostri sono più semplici e meno spettacolari o eroici. Sono cose come l’onestà, almeno di pensiero. La lealtà verso gli amici e la ricerca di un lavoro che, anche se non sarà la realizzazione dei vostri sogni o di voi stessi, almeno vi renderà liberi e indipendenti. E ricordatevi che voi siete i più belli!”.
Ben tornato, Vasco!