Se Giovanni Conversano fa salti di gioia nel sapere che Lele Mora è in carcere, il re del gossip Fabrizio Corona non lo è affatto e per dimostrare la sua solidarietà e affetto gli scrive una lettera dalle pagine del suo settimanale Corona’s Star, gli chiede scusa per il suo comportamento, e ripercorre la loro storia, quasi fosse un ricordo di un grande amore. Fra i due, in realtà, il legame è sempre stato molto stretto, fin dai tempi in cui Fabrizio Corona, da giornalista, lavorava nella casa di produzione che aveva aperto suo padre, il giornalista Vittorio Corona, per un giro di circostanze, fu costretto a trovarsi un lavoro e Lele Mora gli aveva teso la mano.
A quei tempi Lele Mora era l’agente più potente, tutti passavano sotto la sua ala protettiva, i più grandi, da Simona Ventura a Sabrina Ferilli, Christian De Sica, Elenoire Casalegno, i suoi personaggi erano piazzati indifferentemente in Rai o Mediaset, era lui a fare i palinsesti. Pranzi e cene a non finire, ville faraoniche in Sardegna, sempre la mano al portafoglio, pagava lui: “Ha tolto sempre a sé stesso per dare agli altri, compreso me. Lele viveva alla giornata, spendeva oggi pensando che domani avrebbe guadagnato ugualmente”.
Ripercorrendo il passato, Fabrizio Corona, oltre a sottolineare che Lele Mora si era innamorato di lui da subito, ricorda di come le cose siano cambiate con il passare degli anni, la gente ha cominciato a lasciarlo, la prima delusione l’abbandono di Simona Ventura a cui sono seguiti tanti altri, lui compreso: “Soprattutto me, perché al momento del bisogno lui c’era sempre stato, ma quando poi è stato lui a chiedermi aiuto, io non c’ero. Mi ha dato tutto, mi ha sempre messo al primo posto”.
Poi arrivano le indagini di Vallettopoli e il carcere che diventano all’atto pratico un punto di rottura: “Eravamo innocenti, ma forse eravamo diventati troppo potenti. E questo ci ha portato alla rovina: sono entrato che ero un bravo ragazzo e sono diventato cattivo”. Fabrizio Corona decide quindi di diventare un bravo ragazzo (???) cominciando dall’allontanarsi da Lele Mora e tutta la sua gente: “Dopo anni di silenzio ecco la sua chiamata, il mio silenzio. Sarò stato egoista ma ricominciare con lui sarebbe stato come riprendere in mano tutto”.
Fabrizio Corona dice di aver saputo dell’arresto di Lele Mora dal direttore del suo giornale durante una riunione, ha fatto qualche telefonata, ma era troppo tardi. Così conclude la lettera: “Oggi non riesco a smettere di pensare a lui, ma non voglio immaginarlo disperato in quella cella. Il Lele che conosco ha su il grembiule e un gran sorriso. E cucina per tutti i suoi compagni di cella, li intrattiene, gli da i consigli giusti per riuscire nella vita. Perché sono convinto che uno come lui è impossibile inventarlo. E soprattutto e impossibile distruggerlo …