E’ caduto in disgrazia Franco Califano, una scivolata dalle scale, avvenuta a luglio, gli ha provocato la rottura di tre vertebre, dunque, non può più lavorare, niente più serate, che sono la sua unica fonte di reddito. Da qui la decisione di Franco Califano di rivolgersi allo Stato chiedendo il sussidio previsto dalla legge Bacchelli che prevede l’ assegnazione di un vitalizio a quei cittadini che si sono distinti nel mondo della cultura, dell’arte, dello spettacolo e dello sport, ma che versano in situazioni di indigenza.
Franco Califano spiega tutto questo Mario Luzzato Fegiz per il “Corriere della Sera”, i circa 10 mila euro al semestre di diritti d’ autore della Siae non gli sono sufficienti: “Vivo in affitto e non sono più autosufficiente. Non me ne vergogno”, facendo i conti sarebbero 1.600 euro circa al mese, proprio pochino non è.
Una vita sempre sul filo del rasoio quella di Franco Califano, 72 anni, ha scritto canzoni indimenticabili, più poesie che canzonette, successi indimenticabili da “Minuetto” a “Tutto il resto è noia” passando per “La Musica è finita”, tanti soldi guadagnati, spesi in eccessi, hotel e auto di lusso, più di mille donne nella sua vita, con le quali sperperare la sua ricchezza.
Solo un appunto, con 20 mila euro all’ anno riesce a campare una famiglia intera e, purtroppo, non è raro di questi tempi che si viva anche con meno di 10 mila, avendo la fortuna di avere un lavoro. Franco Califano è consapevole di non aver pensato al suo futuro, come cantava in una sua canzone: “Vivo la vita così alla giornata con quello che dà”.
La vita, presto o tardi, presenta sempre il conto ! Un in bocca al lupo, comunque, al grande artista che c’ è in Franco Califano.