Fra qualche giorno Lory Del Santo debutta come conduttrice su Sky, partirà il 9 novembre, intervistata dal settimanale Vanity Fair, in edicola questa settimana, racconta la sua vita a volte felice, il più delle volte tormentata, ed un gravissimo lutto vissuto dopo la perdita del piccolo Connor, avuto dal musicista Eric Clapton, morto nel 1991 cadendo dal cinquantatreesimo piano del grattacielo in cui vivevano. Un dolore che le ha cambiato la vita, sensi di colpa con i quali ha dovuto fare in conti.
“L’ho pianto tanto, adesso basta. Per cinque anni non ho fatto altro. Di solito riesco a convincermi che è un caso che non mi riguarda, che non era mio figlio, ma solo di lui”, Lory Del Santo indica una foto di Eric Clapton. “Voglio essere impenetrabile quando il dolore ha il sopravvento. Tante volte ho nascosto cose per non ricordare, e altrettante volte mi sono chiesta se fosse giusto. Illudersi che il tempo cancella è il credo, l’illusione che ho seguito”.
Il piccolo Connor è precipitato da una finestra aperta. Oltre che con il dolore ha dovuto fare i conti, dopo, anche con il senso di colpa ? Lory Del Santo spiega: “Io stavo salendo delle scale per andarlo a vestire, lo sentivo giocare in camera sua. Ero a metà scala e ho sentito il rumore di un fax che stava arrivando. In quei pochi istanti in cui io sono scesa a prendere il fax lui è uscito dalla sua stanza ed è andato nell’altra, quella in cui il cameriere aveva lasciato la porta finestra, che era una parete, aperta. Ci penso sempre a quel maledetto fax”.
Superare il trauma non è stato facile, ma la Lory Del Santo non si è arresa: “Dal giorno in cui il bambino non c’è più stato io ho deciso che avrei vissuto concentrata sull’ oggi, e che di ogni giorno dovevo trovare un motivo perché mi sembrasse bello. La vita è un attacco continuo e io sono nella mia fortezza e devo difendermi perché ognuno, intorno, mi fa del male”.
Lory del Santo ha altri due figli, Devin e Loren, che sono la sua priorità, gli uomini sono marginali nella sua vita: “Assolutamente. Gli uomini sono complementari. Ci vuoi essere? Bene. Non vuoi? Sparisci. A me va bene, ma non tornare indietro. I figli sono delle donne. Io me ne sono fregata delle cose sociali e i miei figli sono il nucleo della mia felicità”.